Xavier Swolfs : workshop 20 – 21 – 22 settembre 2013 a Padova

Swolfs

Xavier Swolfs è un acquarellista sensibile e delicato; dice di se stesso:  « vorrei poter esprimermi con la lingua e la fluidità verbale di un poeta per poter spiegare questa libertà dell’acqua sul foglio » e ancora : « Con il gioco dell’acqua si sa esattamente ciò che si vuol fare ma non si sa mai come gli elementi reagiranno. E’ questo quello che mi appassiona ». Egli considera l’acquerello una vera e propria magia ed è sensibile al fascino di una tecnica tanto sorprendente e ineffabile : « E’ sempre una sorpresa, ci si annega nell’acqua : è lei che decide. »

Per realizzare un dipinto ha una tecnica tutta particolare fatta di molteplici procedimenti che hanno ben poco a che vedere con il caso e che hanno alla base una sapiente orchestrazione di tutte le fasi di costruzione dell’opera: progettazione degli spazi, riserva delle zone di bianco, eventuale disegno, rispetto dei tempi di asciugatura, controllo dell’acqua e previsione degli effetti dei pigmenti sul foglio.  Non tocca quasi la carta, la accarezza, la prepara bagnandola con acqua pulita in modo non uniforme con una pennellessa (lasciando volutamente zone di bianco che argineranno l’espansione del colore), poi con essa stende strisce di colore ove è necessario, ad esempio per determinare la linea dell’orizzonte, o la linea dell’acqua, posizionando i colori che ha appena composto sulla sua tavolozza, cominciando con un primo colore sopra e sotto la linea dell’orizzonte,  e subito dopo proietta sulle superfici umide innumerevoli goccioline di colore con un movimento continuo e velocissimo del dito indice della mano destra, che inclina e rilascia le setole del pennello per far sì che esse lancino sul foglio il loro carico di acqua e pigmento. Ogni volta che ricarica il pennello aggiunge altre sfumature… si formano così stupende zone di colore non uniforme sulla carta che animano la vegetazione, o aggiungono intensità ad un’onda, o creano contrasti interessanti. Ottiene riflessi incredibilmente trasparenti ed espressivi soprattutto quando dipinge paesaggi ai bordi di corsi d’acqua, marine o paludi, lavorando simultaneamente sulla parte di paesaggio situato al di sopra del livello dell’acqua e sulla parte sottostante, sui riflessi. Sempre con un pennello largo e piatto ben pulito schiarisce, creando delle strisce orizzontali e verticali che sono la caratteristica di tanti suoi dipinti. Per far questo, ovviamente, approfitta del momento in cui il foglio è ancora umido e la carta non ha ancora assorbito il pigmento. E’ importante tener conto, ci dice, del fatto che il risultato finale sarà di circa il 30% più chiaro di quanto appare all’inizio del lavoro perché quando il foglio si asciuga il colore schiarisce sempre. Con un pennello più fine traccia i tronchi degli alberi, l’effetto rami è dato dalla proiezione obliqua di schizzi d’acqua che ne suggeriscono la forma senza appesantire inutilmente la composizione. Tra gli alberi crea fasci di luce tamponando delicatamente alcuni punti con un fazzolettino di carta.

All’inizio usa molta acqua, poi aspetta che la carta asciughi per continuare ; non finisce il dipinto in una sola volta, ma lavora a fasi successive e ogni tappa è molto importante. Insiste sul fatto che nell’acquerello è necessario essere pazienti, cosa che, a volte, è molto difficile, presi come si è dal desiderio di continuare, di perfezionare, di terminare. Poi bisogna sapere esattamente quando è opportuno fermarsi, ma c’è una sola cosa che conta : il risultato finale. Sul risultato egli riflette sempre molto : le prospettive, le atmosfere, i colori, la trasparenza. L’acquerello per lui è la trasparenza e la luce ; quando ci sono entrambe si può dire che è un buon acquerello, se ne sprigiona una poesia piena di calore. Più si bagna la carta più si aumenta la trasparenza, ma è l’esperienza che ci indica quando continuare sul bagnato e quando aspettare che la carta si asciughi per poi, se necessario, ribagnarla e aggiungere ancora colore. Per ottenere degli effetti speciali Xavier getta dell’acqua pulita nelle parti scure allorché esse sono quasi asciutte. L’acqua spinge il pigmento, il colore sarà diluito, quasi spezzato dall’acqua. E’ veramente il gioco del pigmento e dell’acqua che si muovono e lavorano insieme, questa magia dell’acquerello di cui è tanto difficile parlare. « La sua fragilità e la sua complessità mi perseguitano giorno e notte. (…) La mia passione per l’acquerello mi rende felice, mi sento libero e viaggio in questo mondo meraviglioso che si divide in fiumi, in perpetua evoluzione ».

 

Per approfondire :

 

Xavier Swolfs è nato a Brasschaat, in Belgio, nella provincia fiamminga di Anversa, nel 1942.

Ha conseguito inizialmente il titolo di Disegnatore Tecnico, specializzandosi in costruzioni nautiche. In realtà questa attività di disegnatore di costruzioni navali non è mai stata da lui praticata, anche se le imbarcazioni esercitano su di lui un fascino speciale. Egli ne conosce tutti gli aspetti tecnici, le forme e le prospettive.

Ha lavorato invece come  illustratore e designer per riviste, aziende pubblicitarie, case editrici ; ha realizzato poster e loghi, ha inoltre illustrato enciclopedie e numerosi altri libri. Questa attività gli ha fatto raggiungere una perfetta padronanza nell’uso dell’acquerello e della gouache. All’età di 35 anni ha iniziato a dipingere usando prima i colori ad olio, più tardi ha scelto definitivamente ed esclusivamente l’acquerello.

Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Anversa, ove ha potuto approfondire lo studio del disegno, ha iniziato ad esporre le sue creazioni artistiche in Belgio e all’estero. I suoi acquerelli sono stati spesso pubblicati in articoli apparsi su riviste e in sezioni a lui dedicate su vari libri d’arte. E’ cofondatore del Belgium Watercolor Institute e dell’European Confederation of Watercolor Societies.

E’ stato il coordinatore del Festival Internazionale dell’Acquerello di Anversa nel 2001, 2005 e 2010.

Dopo il primo approccio realistico, negli anni della sua attività di disegnatore tecnico-pubblicitario e di illustratore, ha iniziato ad esprimere le sue sensazioni con una sempre maggiore spontaneità e libertà affinando sempre di più le sue doti creative. Arrivato all’età della pensione ha finalmente potuto realizzare il suo sogno di dedicarsi totalmente a questa sua grande passione : l’acquerello.

Di tanto in tanto ama liberarsi dalla tendenza ad essere eccessivamente perfezionista, abitudine acquisita nel corso delle sue esperienze professionali, realizzando opere più moderne : « Una tale pressione tecnica può diventare troppo ingombrante (…) ciò che conta, quando si dipinge, è la creazione. Bisogna imparare a liberarsi, a slegarsi da una certa idea di perfezione per scoprire un’altra forma di bellezza, più emozionale».

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