Alvaro Castagnet – 21 e 22 maggio 2013

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ALVARO CASTAGNET A PADOVA

All’inizio era solo un sogno, una di quelle idee vaghe e pressoché irrealizzabili , destinate in genere a restare confinate nel cassetto dei desideri.

Inaspettatamente e magicamente però il sogno si è andato via via delineando e concretizzando e infine, dopo numerosissimi contatti, momenti di esaltazione e di deludenti smentite, la certezza è arrivata,  ed eccolo finalmente a Padova il grande ALVARO CASTAGNET, accompagnato dalla moglie Ana Maria, proprio lui, proprio da noi, proprio per noi e per un gruppo di acquarellisti di Vicenza (Pittori in acqua) !

Non è stato un vero e proprio workshop come avevamo inizialmente sperato, un seminario in cui mettersi personalmente in gioco, ma è stato ugualmente entusiasmante e proficuo.

L’evento tanto atteso si è svolto nel laboratorio dei Musei Civici del Comune di Padova, gentilmente messoci a disposizione dall’Amministrazione Comunale.

Eravamo numerosi, c’era perfino un giornalista-reporter francese, appositamente venuto dalla Francia, un esperto d’arte che scrive per una rivista francese « L’Art de l’Aquarelle ».

Abbiamo avuto la possibilità di assistere ad una sorprendente e utilissima dimostrazione: Alvaro Castagnet non si è limitato ad offrirci una magistrale lezione di pittura, ma si è impegnato in un vero e proprio spettacolo, condotto sapientemente in modo leggero, divertente e al tempo stesso intenso e coinvolgente. Si è confermato artista veramente unico nel suo genere, un acquarellista-attore che si è dato generosamente al pubblico presente spiegandoci dettagliatamente le sue scelte cromatiche, la disposizione delle forme, dei piani, le ragioni dell’alternanza dei toni, dell’uso della pennellata a volte definita, a volte sfumata, la sua concezione di arte e quelli che secondo lui sono i segreti per realizzare un buon dipinto, un’opera che deve sì rispettare un linguaggio e una tecnica precisi, ma che necessita di quel valore aggiunto dato dalla carica emozionale e dal cuore dell’artista, elemento che non si può insegnare e che è determinante e fondamentale  perché l’acquarello  acquisti significato e valore artistico.

 

Per approfondire :

 

Alvaro Castagnet definisce la sua pittura « impressionista », per lui una pittura deve essere misteriosa, intuitiva, emozionale, non ovvia, non prevedibile, di « pancia » e di cuore. L’acquarellista deve dipingere con energia, con forza, in maniera dinamica, senza compromessi, con allegria, con il sorriso sulle labbra.

Ritiene essenziale sfruttare le virtù e le caratteristiche dell’acquarello, del suo medium fondamentale, l’acqua e le varie combinazioni di umido e secco. Se il pittore non corre dei rischi,  se non si lascia andare, guidato dall’intuizione, se non c’è sorpresa, a che pro dipingere ? La fotografia è migliore per riprodurre in modo fedele la realtà, non ha senso essere degli illustratori e fissarsi come scopo la copia esatta dell’esistente.

Non occorre inserire troppi dettagli, sono un elemento ridondante e di disturbo. Il dipinto deve contenere gli elementi necessari ed essenziali,  atti a creare un’atmosfera, a trasmettere delle sensazioni, a coinvolgere l’osservatore.

L’opera pittorica non deve generare conflitti, deve avere un centro di interesse, un « fuoco », una zona primordiale che attira immediatamente lo sguardo e che coinvolge. L’acquarello è un conglomerato di ʺ errori ʺ che il buon artista manipola correttamente e in modo tale che l’insieme risulta affascinante e ben fatto.

Il ʺcomeʺ si dipinge un acquarello non è tanto importante, quello che conta, nell’arte, è il risultato finale, certe regole stabilite da gruppi tradizionalisti e da abitudini ormai sorpassate sono cavilli da puristi del secolo passato che ormai non hanno più senso. L’uso del bianco ad esempio da alcuni non è ammesso, ma esiste ormai un bianco titanio che è acquarello a tutti gli effetti, garantito come tale da grandi produttori di colori ; certo non si deve abusarne,  ma un uso misurato e ponderato può servire a creare dei colpi di luce o a produrre effetti interessanti. Spesso inoltre Alvaro sceglie di dare qualche tocco finale, introducendo alcune pennellate di rosso puro, tratto direttamente dal tubetto, o segni a grafite per sottolineare alcuni punti particolari e anche questo può essere contestato da parte di alcuni critici tradizionalisti.

Infine, nel corso della sua dimostrazione Alvaro ci ha dato 4 regole fondamentali che lui considera i pilastri nella pittura ad acquarello :

1)   Variare continuamente la definizione dei contorni dosando sapientemente le possibilità umido-secco. Un dipinto con contorni sempre ben definiti (pennellata a secco) è rigido e sgradevole.

2)   Tono (chiaro/scuro) : qualsiasi colore può essere più o meno intenso, più o meno saturo. Variare il tono significa dare luce al dipinto, un quadro avrà una luce ancora più intensa allorché le parti chiare saranno accostate a zone più sature di colore, più scure. In genere le parti scure sono collegate tra loro e sono in primo piano in contrapposizione a quelle chiare più lontane e situate nella parte alta del dipinto. Se così non è, se c’è un’alternanza eccessiva di chiaro, scuro, chiaro, scuro, il dipinto risulta scollegato, slegato, disorganico.

3)   Colore : un quadro dovrà avere una sua omogeneità, ci dovrà essere un colore dominante.  Ma attenzione : quando parliamo di un colore dominante automaticamente dobbiamo pensare ad incorporare il suo complementare; ad esempio se si sceglie un dominante caldo fatto di ocra e Siena, automaticamente si dovrà pensare ad incorporare un colore freddo, un azzurro.

4)   Forma (elemento importante che rientra nel capitolo del disegno) : non si devono introdurre troppe forme, ne bastano tre. Forme grandi, forme medie e forme piccole. Si gioca con la forma.

Tutto ciò, come già detto, fa parte della « tecnica » dell’acquerello,  un’insieme di regole che si possono acquisire e perfezionare e che sono certo alla base di un buon acquerello. L’opera d’arte però non è fatta solo di regole, il passaggio primordiale che fa di un dipinto qualcosa di più importante e di unico è il lato emozionale e questo passaggio è intuitivo e spontaneo, è ciò che dà il tocco magico. Senza questa magia,  senza il cuore dell’artista il dipinto non ha valore.

Alvaro Castagnet è nato a Montevideo la capitale di quel meraviglioso paese sud americano che è l’Uruguay. Incoraggiato dai suoi genitori, da suo padre in particolare, e ispirato da Monet, Toulouse-Lautrec e John Singer Sargent, Alvaro Castagnet iniziò la sua formazione vera e propria all’età di 12 anni con l’acquarellista Esteban Garino alla National School of Art di Montevideo e, più tardi, con Miguel Angel Pareja alla Fine Arts University.

Nel 1983 emigrò in Australia, a Melbourne, dove l’interesse per l’acquarello stava esplodendo tra i giovani artisti. Qui l’immigrato uruguayano visse, godendo dell’ambiente cosmopolita  della città e fiorì per due decenni, affinando il suo stile e maturando come artista.

Tornato a Montevideo vi si stabilì e qui vive tutt’ora con la moglie Ana Maria e con i due figli Gaston e Calvin. Viaggia spesso oltre oceano per dipingere, insegnare in workshop e in dimostrazioni, esporre i suoi dipinti. Tiene conferenze ed è membro di giurie in importanti concorsi di Acquerello in tutto il mondo. « I viaggi nutrono la nostra creatività e percezione » dice Alvaro,  secondo lui è necessario conoscere bene i luoghi non solo per innamorarsene ma per capirli, penetrarli profondamente come pittore. Le sue destinazioni preferite sono la Toscana, la Costa Amalfitana, Londra, Parigi, New York, San Francisco e Buenos Aires.

Ha conseguito numerosi premi e riconoscimenti nel corso degli ultimi trent’anni. Scrive articoli per numerose riviste d’arte e per pubblicazioni internazionali edite in vari paesi.

Sebbene abbia già una chiara visione del risultato finale, prima ancora di mettere il pennello sulla carta, Alvaro crede nella spontaneità, nell’intuizione, entra in connessione profonda con quanto sta via via dipingendo, pronto a cambiare le sue scelte se lo ritiene utile. Non ama dipingere noiosi paesaggi, ciò che preferisce sono le affollate vie cittadine, piene di traffico, di movimento, di vita. Ama i colori luminosi, che mantengono la trasparenza senza perdere la loro forza.

Il suo messaggio ? « Dipingere è un’attività impegnativa, un impegno vitale, è importante dipingere per noi stessi, trasmettendo l’essenza della vita , gli stati d’animo, la magia e l’atmosfera dei nostri soggetti. E ancora : « La pittura è un’illusione. L’Arte sta dentro. »

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ALVARO_PIAZZA DEI SIGNORI PADOVA

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